venerdì, settembre 16, 2005

primavera del sangue

è una guerra e questa è una battaglia

non m'importa se morirò domani

voglio uccidere ed essere ucciso

voglio combattere ed essermi nemico

voglio scopare la vita nel sangue e sborrare sulla fine del mio essere di carne

è una guerra e questa è una battaglia

non m'importa se morirò domani

voglio uccidere ed essere ucciso

voglio combattere ed essermi nemico

voglio un nemico più forte di me

voglio sbranare

quel che ho da dare

ho da darti il ferro ed il fuoco

ho da darti un inferno vuoto

è una guerra e questa è una battaglia

non m'importa se morirò domani

scorrere: una foce ad estuario

di tempo in tempo

di questo in altro

una foce ad estuario

giovedì, settembre 08, 2005

A grande richiesta........

a grande richiesta vi mostro un documento introvabile, un totem che immortala due esseri superiori nel supremo atto di.... bho giudicate voi....

p.s. notate l'atteggiamento semi schifato di quelllo vestito di bianco durante il gesto..

lunedì, settembre 05, 2005

Fidarsi delle donne?

Non mi fido di chi sanguina per cinque giorni al mese e non muore.

venerdì, settembre 02, 2005

Gesù e i bestemmiatori

Gesù rivelò alla Serva di Dio Suor Saint-Pierre, carmelitana di Tours (1843), l'Apostola della Riparazione: ”Il mio Nome è da tutti bestemmiato: gli stessi fanciulli bestemmiano e l'orribile peccato ferisce apertamente il mio Cuore.

Il peccatore con la bestemmia maledice Dio, lo sfida apertamente, annienta la Redenzione, pronuncia da sé la pro­pria condanna. La bestemmia è una freccia avvelenata che mi penetra nel Cuore.

Io ti darò una freccia d'oro per cicatrizzar­mi la ferita dei peccatori, ed è questa:

Sempre sia lodato, benedetto, amato, adorato, glorificato, il Santissimo, il Sacratissimo, l'adoratissimo, eppure incomprensibile Nome di Dio in cielo, in terra e negli inferi, da tutte le creature uscite dalle mani di Dio.

Per il Sacro Cuore di nostro Signore Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell'altare. Amen.

Ogni volta che ripeterai questa formula ferirai il mio Cuore d'amore.

Tu non puoi comprendere la malizia e l'orrore della be­stemmia. Se la mia Giustizia non fosse trattenuta dalla Miseri­cordia, schiaccerebbe il colpevole verso il quale le stesse cre­ature inanimate si vendicherebbero, ma io ho l'eternità per punirlo! Oh, se sapessi quale grado di gloria ti darà il Cielo dicendo una volta sola:

O ammirabile Nome di Dio! - in spirito di riparazione per le bestemmie!».
GESU’ E MARIA VI AMO SALVATE TUTTE LE ANIME

SIA BENEDETTA LA SANTA IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA ORA E NEI SECOLI

Ripetiamo sovente queste preghiere riparatrici, specie dopo aver sentito qualcuno bestemmiare, Gesù ci renderà un grandissimo merito se lo consoliamo e ammoniamo con amore e rispetto i nostri fratelli bestemmiatori

sabato, agosto 27, 2005

"tu pure si nun'er o figli'ro'patriarc sagliv' o stess' cu'e'corna ca'tien"

tu, anche se non eri il figlio del patriarca saresti salito ugualmente (sull'arca) con le corna che ti ritrovi"

GMG

FRANCY: ........Io sono sempre disponibile, anche ad organizzare anche se da settembre i miei impegni cominceranno a lievitare non male ( corso fidanzati, casa da sistemare, lavoro, scout....). Un tempo per ritrovarci è sempre troppo prezioso per non farlo saltare fuori. Io sono appena tornata dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia e sono abbastanza distrutta ( se avete visto qualche immagine in tv capirete anche perchè) ma felicissima perchè è stata una bellissima esperienza.........


IO: santo subito.....

ma e' vero che poi per spostare tutti i preservativi dall'area della GMG hanno usato gli spazzaneve... alla faccia dei rapporti pre matrimoniali

FRANCY: Le orge di massa non fanno per noi....ti assicuro che l'adorazione eucaristica vissuta con un milione di giovani mossi dai loro paesi solo ed esclusivamente per amore è stata molto più emozionante di una generica notte di sesso....
Quando avrai provato mi saprai dire!

A presto e buon fine settimana

sabato, agosto 20, 2005

“La memoria è il cane più stupido che esista:
le lanci un bastoncino e ti riporta indietro di tutto”
(Ray Loriga)

giovedì, agosto 11, 2005

cose strane

ieri sera mentre ubriachi ci aggiravamo a provaglio nell'ambito della manifestzione calici sotto le stelle nei wc del complesso che ospitava la rassegna e' stato avvistato con nostro sommo sbigottimento il seguente cartello:



mercoledì, agosto 10, 2005

problemi tecnici mi hanno segato lo spazio web.

vedro' di rimettere tutto up and running al piu presto. byez

mercoledì, luglio 27, 2005

promemoria.

oggi casualmente ho trovato una delle espressioni dialettali piu' belle di sempre.

so pasiunat.

D

sabato, luglio 23, 2005

Samantha

Dice "Scusa, scusa senti
potrei passare avanti
La fila è lunga e io non posso aspettare"
Dico "Prego, prego faccia
lo so, una giornataccia
la pioggia, il traffico e le scadenze del mese"

"Diamoci del tu" mi dice lei
"Io mi chiamo Samantha"
Io le do la mano e intanto penso
"Madonna quanta!"

Sta' zitto non parlare
Sta' zitto non parlare

Calmo, calmo adesso
stai diventando rosso
Ma c'è qualcosa in lei che mi incanta
Sarà magari il nome Samantha

Fingi e fai melina
anche se lei è carina
Chissà se dorme dalla parte giusta
Se per la dieta può mangiare pasta

Però, lo vedi, tutto va così
prevedibilmente
a studiare tattiche che poi
non ce ne importa niente
Anche l'amore in fondo fa così
identico all'istinto
la stessa strada inutile
ma in modo anche più lento

E' tutto inutile
E' tutto inutile
E' un gioco inutile
Cambiano le regole
ma non serve a niente vincere

Sta' zitto non parlare
Sta' zitto non parlare
Sta' zitto non parlare

Ma c'è qualcosa in lei che mi incanta
Sarà magari il nome Samantha
Chissà se dorme dalla parte giusta
Se per la dieta può mangiare pasta

Gli amori io non li conosco bene
però ne ho visti tanti
tutti orribili alla fine
ma all'inizio entusiasmanti
E le passioni le conosco bene
che ancora porto i segni
per l'abitudine sciocca che ho
di credere ai sogni

E' tutto inutile
E' un gioco inutile
E' sempre inutile
Puoi solo perdere
Cambiano le regole
ma non serve a niente vincere

E' tutto inutile
E' tutto inutile
e non serve a niente vincere

venerdì, luglio 15, 2005

sorridi e il mondo sorridera' con te piangi e piangerai da solo

giovedì, luglio 14, 2005

come diceva kerouac.................

nei vagabondi del dharma gli uomini di città non si meritano di sentire quello che abbiamo detto noi scalando questa vetta. S.S.

lunedì, luglio 11, 2005

Marta sui tubi - Post

Dimmi dimmi dimmi
Com’è stato masturbarti col mio pene?
Come per me una sega tra le tue gambe?
Si conosco questa solitudine
E gli esercizi di eleganza delle nostre articolazioni
Serve si serve l’afa di una notte nuda
Per far evaporare la noia attraverso una sigaretta
Che non si spegne mai non si spegne mai..
È alta sartoria in questi ricami imbastendo strati su strati di necessità
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
E molle sotto i piedi di una improvvisazione
Ghiri gori per riempire la tela avanzata ad un bravo pittore
Domande per rispondere a domande senza risposta
Bugie decise indossate con tanta grazia da
Non farmi sentire nudo
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni
Io non ho sentimenti, solo sensazioni

mercoledì, luglio 06, 2005

Ci Sono Molti Modi



E' quello che sai che ti uccide o è quello che non sai
a mentire alle mani, al cuore, ai reni
lasciandoti fottere forte
per spingerti i presagi
via dal cuore su in testa, sopprimerli
non sai
non sai
che l'amore è una patologia
saprò come estirparla via
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
Eroe del mio inferno privato
se in giro d routin
verso il vuoto con classe
è tutto ciò ke avrai
perchè quando il dolore è più grande
poi non senti più
e per sentirti vivo
ti ucciderò
ti ucciderò
vedrai
vedrai se il mio amore è una patologia saprò come estirparla via
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
torneremo a scorrere
lo sò
lo sò che il mio amore è una patologia vorrei che mi uccidesse ora

sabato, giugno 25, 2005

jirapa.

Tutto il resto e' desistenza.

domenica, giugno 12, 2005

Brilla mia stella impazzita.

giovedì, giugno 02, 2005

“L’omologazione che il fascismo non è riuscito ad ottenere, il potere di oggi, che è il potere della società dei consumi, riesce ad ottenerla perfettamente”.
(Pier Paolo Pasolini)

martedì, maggio 31, 2005

Intimo/ Tutte pazze per il tanga. Anche le teenager...

Gli slip non vanno più: è il momento di perizomi, culotte e brasiliane.
Le più accanite consumatrici? Le teenager, che spendono anche 100 euro al mese per la lingerie.

domenica, maggio 29, 2005

SFUMATURE

I giorni scorrono veloci
più di quanto potessi desiderare
le notti sono assai più brevi
di quanto potessi temere
mi mancano già questi luoghi
mi mancano già i vostri nomi
l’essenziale è invisibile agli occhi
il cuore invece no non può ingannarti

no no no no, no no!
I pensieri scorrono più veloci della luce
i miei occhi parlano con un’altra voce
i pensieri scorrono più veloci della luce
e i miei occhi........

Impercettibili sfumature
così difficili da dimenticare
così decise da trasformare
sorrisi in lacrime
Impercettibili sfumature
così decise da trasformare
cieli grigi in giornate di sole
il coraggio in mille paure

C’è il bianco, il nero e mille sfumature
di colori in mezzo e lì in mezzo siamo noi
coi nostri mondi in testa tutti ostili
e pericolosamente confinanti siamo noi
un po’ paladini della giustizia
un po’ pure briganti, siamo noi
spaccati e disuguali, siamo noi
frammenti di colore, sfumature
dentro a un quadro da finire
Siamo noi, che non ci vogliono lasciar stare
siamo noi, che non vogliamo lasciarli stare
siamo noi, appena visibili sfumature
in grado di cambiare il mondo
in grado di far incontrare
il cielo e il mare in un tramonto
Siamo noi, frammenti di un insieme
ancora tutto da stabilire
e che dipende da noi
capire l’importanza di ogni singolo colore
dipende da noi saperlo collocare bene
ancora da noi, capire il senso nuovo
che può dare all’insieme
che dobbiamo immaginare
Solo noi, solo noi, solo noi...

Attimi irripetibili
tutto finisce lo so
ma non voglio partire, no
ancora no, ancora no
ancora no, ancora no...


I giorni scorrono veloci
più di quanto potessi desiderare
le notti sono assai più brevi
di quanto potessi temere
mi mancano già questi luoghi
mi mancano già i vostri nomi
l’essenziale è invisibile agli occhi
il cuore invece no non può ingannarti

no no no no, no no!
I pensieri scorrono più veloci della luce
i miei occhi parlano con un’altra voce
i pensieri scorrono più veloci della luce
e i miei occhi........

Impercettibili sfumature
così difficili da dimenticare
così decise da trasformare
sorrisi in lacrime
Impercettibili sfumature
così decise da trasformare
cieli grigi in giornate di sole
il coraggio in mille paure

C’è il bianco, il nero e mille sfumature
di colori in mezzo e lì in mezzo siamo noi
coi nostri mondi in testa tutti ostili
e pericolosamente confinanti siamo noi
un po’ paladini della giustizia
un po’ pure briganti, siamo noi
spaccati e disuguali, siamo noi
frammenti di colore, sfumature
dentro a un quadro da finire
Siamo noi, che non ci vogliono lasciar stare
siamo noi, che non vogliamo lasciarli stare
siamo noi, appena visibili sfumature
in grado di cambiare il mondo
in grado di far incontrare
il cielo e il mare in un tramonto
Siamo noi, frammenti di un insieme
ancora tutto da stabilire
e che dipende da noi
capire l’importanza di ogni singolo colore
dipende da noi saperlo collocare bene
ancora da noi, capire il senso nuovo
che può dare all’insieme
che dobbiamo immaginare
Solo noi, solo noi, solo noi...

Attimi irripetibili
tutto finisce lo so
ma non voglio partire, no
ancora no, ancora no
ancora no, ancora no...

sabato, maggio 28, 2005

considerazioni

un'aspettativa di vita piu' bassa ce l'hanno solo in Somalia.


duca di ellington

martedì, maggio 10, 2005

passata la notte tra un tentativo didelineare quale sia il modo migliore di vedere un film e un disperato riprostino di windows mi rendo conto di quanto sia strano non poter uscirea fare due passi la sera tranquillamente..... o meglio farlo sarebbe come fare una passeggiata lunare....interessane all'inizio ma abbastanza desolante poi....mi rendo conto che qui manca del tutto una dimensione umana nel modo di vivere... incasellati lavoro casa... la vita fuori e' forzatamente fuori..........

giovedì, maggio 05, 2005

Come è felice il destino dell'incolpevole vestale, dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. Immacolata letizia della mente candida, accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio

martedì, aprile 26, 2005

ODP

giornata da ricordare. Cavriago avvolta da un alone incerto di fragile bellezza, sintonia, come il sole che fugace compariva caldo e poi si nascondeva dietro le nuvole.
D.
grazie per il bel momento.

mercoledì, marzo 23, 2005

Un paradosso che salva la classifica

di Giovanni Lindo Ferretti


"Molte più cose ben più strabilianti dimorano quaggiù". Fa colpo che i C.S.I. improvvisamente si ritrovino al primo posto, per una settimana, nella classifica dei dischi più venduti in Italia. E perchè mai? La musica vive e si nutre di contraddizioni insanabili. E' un luogo essenziale dell'economia moderna. Solo la droga, le armi, la prostituzione rendono di più, ma sono il mercato illegale anche se parallelo e intrecciato a quello legale. E' luogo impuro per eccellenza. Il luogo delle fregature, delle rapine più eclatanti e riuscite ai danni delle nuove generazioni. E' il luogo puro per eccellenza dell'immaginario dell'acquirente, che consuma musica per assecondare i moti dell'anima, del cuore, del corpo. E' il luogo della crescita tumultuosa, delle esperienze più profonde, è lo spazio intimo della libertà personale e, a volte, collettiva. La musica è il regno della complessità e il paradigma del nostro mondo in questi anni.
Comprenderne la realtà, l'infamia, l'ansia liberatrice che la scuote periodicamente e la cappa oppressiva che subito la riavvolge è, io credo, la possibilità più semplice e fattiva di comprendere la nostra civiltà. La musica ha il potere di trasformare i singoli, determinare la società. E' labile, cangiante, inafferrabile e insieme strutturata, ferrea, rigida. E' che della musica l'umanità non può fare a meno, mai, perchè solo la musica la rappresenta degnamente dall'alto al basso. Il cinema senza musica non esisterebbe, misera sarebbe la letteratura e la televisione un telegiornale unico.E' che la musica vive sempre più di oggetti commerciali che ne assicurano la riproducibilità perfetta e infinita. Solo un mercato piccolo, provinciale e quindi subordinato, può stupirsi per i C.S.I. al primo posto in classifica. Doveroso, invece, come una boccata di aria pura. Promettente. Aspetto di vederci gli Ustmamò e poi i Marlene Kuntz e poi...Allora la musica moderna italiana dimostrerà a se stessa di essere adulta. Di avere superato la fase ormonale legata alla biochimica adolescenziale che si nutre prevalentemente e giustamente di mitologie internazionali nella sua parte migliore e nel restante di clonazioni più o meno riuscite che traducono in lingua italiana emozioni o evocazioni altre. "Ho visto Sting con l'impermeabile in ginocchio sul palco". "No, sbagli, era Nek in piedi." Dice Antonacci di ispirarsi ai Sex Pistols e Ferretti ridendo renderà omaggio a Beniamino Gigli. Se la musica è una pagliacciata i C.S.I. devono essere fuori catalogo. Se la musica racconta, interpreta, anticipa il gioco della vita (gioco come lo intendono i bambini, cioè una cosa maledettamente seria) i C.S.I. sono sotto stimati, sconosciuti, incapaci di arrivare al loro vero pubblico: quello che non compra dischi perchè per quello che gli ributtano addosso radio e televisione è evidentemente un giochetto stupido, superficiale e noioso, ma "molte più cose, ben più sorprendenti, vengono in visita, imprevedibili". Tutti i giochi sono aperti, onore al merito. Ultima considerazione.
Che i Prodigy siano al primo posto in USA non centra niente con i C.S.I. al primo posto in Italia. Dimostra tutt'altra cosa e complica ulteriormente il gioco. I Prodigy sono un gran bel disco, oggetto commercialmente perfetto, suoni e atmosfere potenti. E' tutto, può non essere poco, ma non c'è altro. Ho visto il loro concerto, passando dal mixer, sembra quello della Barbie. Questa potrebbe essere l'ultima delle grandi truffe: il concerto non è una discoteca con un grande cubo che pompa musica preregistrata ai limiti del sopportabile.

"Fatevi sotto bambine e bambini occhio agli spacciatori, occhio agli zuccherini".

Intervista pubblicata sull'inserto "Musica" de "La Repubblica" del 1 Ottobre 1997

martedì, marzo 15, 2005

Medea/Medee di Carlo Varotti

La storia tragica di Medea è una delle più cupe nell'universo del mito antico; ma soprattutto la storia di Medea è forse la più nota tra le vicende del mito antico legate alla figura dell'altro e dello straniero.

Medea viene vista pertanto come figura dell'alterità (donna, sapiente e straniera), figura-tema-problema presente in testi classici, ma ancora aperto, vivo e vicino. Medea è in questo senso testo esemplare in una misura addirittura sorprendente, perché il nostro tempo è segnato profondamente da uno dei temi fondanti della Medea, cioè dal confronto-scontro di civiltà, in generale dal problema dell'alterità.

Medea, maga, figlia del re della Colchide, si innamora del greco Giasone che è giunto nel suo lontano paese (sul mar Nero) per impossessarsi del vello d'oro. Per Giasone Medea tradisce il padre, uccide il fratello, abbandona la patria; ma l'atto che la distingue per la selvaggia tragicità è quello che Euripide scelse di rappresentare nel suo dramma (rappresentato nel 431 a. C): l'uccisione dei figli, l'atto estremo con cui essa si vendica dell'abbandono di Giasone.
Della storia di Medea esistevano infatti in epoca antica numerose versioni, ma la vicenda più nota è quella fissata da Euripide, interamente "costruita" nella prospettiva del tragico infanticidio che costituisce per lei un punto di non-ritorno.

La storia di Medea ha affascinato da sempre scrittori e artisti, tanto che la lista dei rifacimenti e delle riscritture del mito sarebbe lunghissima.

Ultim'ora

E' ufficiale: Diego ha paura

sabato, marzo 12, 2005

Siena.

la tranquillita'.
l'odore della terra.
ritrovare i propri ricordi.
scoprire un amicizia.
viaggiare liberi.
la neve sugli appennini.
il freddo.

venerdì, marzo 04, 2005

vanilla sky... si o no?

oggi mi guardo vanilla sky penso ..... molto alternative-pop....un matrix sentimentale la vita, la felicita'....pero' carino...... e come di consueto da ignorante..vado sugli spietati e scopro che e' un super remake.......scopiazzato da un film intitolato apri i tuoi occhi. e' la prova che l'operazione commerciale ha avuto il suo successo...

riporto la recensione degli spietati...


Monkey See, Monkey Do

Hollywood fagocita la giovane Europa del cinema ed espelle un ibrido mostruoso che potrà apparire diverso e intrigante solo a chi non abbia visto il (non eccezionale ma interessante) film di Amenabar APRI GLI OCCHI di cui VANILLA SKY costituisce il remake. La Mecca del cinema, dunque, continua ad arraffare idee dove può, guardandosi bene dal mantenerne integro il potenziale eversivo, piegandole ai suoi vetusti canoni grossolanamente spettacolari, alla rassicurante convenzione, alla triste magniloquenza da blockbuster. Se Amenabar nel suo film, pur nella banalità dei dialoghi e con l'ingenuità di un armamentario simbolico piuttosto raffazzonato riusciva, in virtù di una stringatezza e di una capacità di dipingere atmosfere (abilità confermata nell'ultimo THE OTHERS), ad avvincere ed intrigare, si sente lontano un miglio l'odore della paura di Crowe che, intuendo le possibilità di successo di un remake, ma giudicando l'astrusità dell'intreccio troppo rischiosa per un pubblico tutto popcorn come quello statunitense, smussa gli angoli, cerca di fare luce chiarissima su tutti gli snodi narrativi, inserisce le consuete ammiccanti soluzioni (personaggi, situazioni, battutine stravisti strasentiti strazianti) che denunciano chiaramente la necessità di archiviare il film sotto "Operazione Volgare" . Del resto cosa ci si poteva attendere da un regista mediocre, mediocre sceneggiatore, che dirige un mediocre attore di enorme successo (qui anche nelle vesti di produttore) se non una pappa standardizzata pronta per essere ingoiata con gusto da uno spettatore onnivoro e svogliato? Non sorprende dunque che le cose migliori siano quelle fotocopiate dall'originale (la serata al locale) e che tutto il resto sia gonfio e dilatato all'inverosimile da luoghi comuni, citazioni patetiche (la nouvelle vague al muro), comparsate che dovrebbero fare simpatia (Spielberg tra gli invitati alla festa), condito con musica di serie A (Radiohead, Chemical Brothers, persino l'ipnotica INDRA dei francesi Thievery Corporation etc.), con la Cruz a ricoprire lo stesso ruolo che aveva nell'originale e la Diaz a fare la guastafeste (la più antipatica e la migliore del terzetto). Lascia di stucco (non ci arrendiamo, continuiamo a stupirci nonostante ormai non ci si attenda nulla di diverso) la disinvoltura con la quale le major americane riescano a svilire qualunque opera del Vecchio Continente riprendano in mano, la sottovalutazione di un pubblico che non "può" andare a vedere il film originale, che "deve" esserne informato a mezzo di una rozza traduzione dello stesso in un linguaggio semplificato che sia in grado di comprendere; lascia di stucco e avvilisce, avvilisce e fa rabbia. Fa rabbia perchè non si sente alcuno sforzo di realizzare qualcosa di nuovo, diverso o anche semplicemente degno, solo quello di creare un prodotto che soddisfi un basso istinto (dello spettatore e del produttore). Ecco che il film, dunque, oscilla perplesso tra thriller, fantasy, love story senza fare di questa confusione un pregio come nell'originale, che viveva bene proprio di questa indecisione, ma solo una tela bucherellata nella quale inserire domande esiziali quali "Cos'è la felicità?", "Credere nell'amore?", "La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?", rimanendo dalle parti di Marzullo, mezzanotte e dintorni della ragione, tutto quello che molti amerebbero ascoltare o vedere in una sala cinematografica, immagino... A suggello un finale di lampante chiarezza che dissipa quel tanto di dubbio di un'ulteriore messa in abisso che nell'originale riscattava l'artificiosità dell'epilogo. Operazioni di cinico mercato perchè vorrebbero passare per trasversali tentativi di intrattenimento intellettuale e si traducono in campionari del ridicolo, perchè prive di coraggio, prive di una vera passione per quello che si sta mettendo in scena, pronte a essere modificate non appena un'arditezza o la possibilità di perdere un biglietto venga a fare capolino. Monkey see, monkey do: cinema da primati alla faccia dell'evoluzione, cinema che svende pattume sotto forma di sogni. Aprite gli occhi.

Luca Pacilio

martedì, marzo 01, 2005

ho passato alberelli

finalmente al 3 appello dopo una stremante preparazione ho passato semantica dei linguaggi naturali detto anche o alberelli con 19

l'incubo e' finito la laurea e' vicina.
bye

In morte di un porno-femminista

Sabato 18 settembre se ne è andato all’eta di 82 anni il re del porno-femminismo, il mito soft-core dell’America opulenta, l’ erotomane abbondante: Russ Meyer. Una morte indegna, soffriva da tempo e negli ultimi mesi erano pure subentrate le complicazioni di una polmonite.

Il suo era considerato cinema di exploitation o di serie Z, basato su storie torbide, tra splatter e horror, porno e trash cristallino. Ma nel panorama bizzarro di controculture di cui era intriso questo “cinema diverso” i suoi film attirarono più di altri l’attenzione dei critici mainstream. A differenza delle opere dei registi contemporanei del filone, i suoi film erano infatti realizzati con tecnica ed inventiva, a partire dalla scelta dei colori “cartoonistici” fino alle angolazioni di ripresa ed al montaggio serrato. Prima di dedicarsi unicamente al cinema Meyer fu fotografo professionista e firmò il primo paginone centrale di Playboy . La modella ritratta, che essendo la prima non poteva che chiamarsi Eve , diventò subito dopo sua moglie.

Il suo amore per le smisurate maggiorate è alla base di tutta la sua prolifica carriera cinematografica. Il vero debutto fu nel 1959 con The Immoral mr. Teas, considerato allora e successivamente come il primo film porno Usa . Ma nonostante ciò, la fama dei suoi film risulta inversamente proporzionale al contenuto sessuale esplicito degli stessi.

Nel suo miglior lungometraggio, Faster Pussycat! Kill! Kill! (strampalato esempio di road movie violento in cui una banda di perfide motocicliste capeggiate dalla splendida indo-giapponese Tura Satana è alle prese con un proprietario terriero altrettanto perfido), girato nel periodo che egli stesso definisce Bianco & Nero Gotico, non vi sono nudità di alcun tipo (il periodo è quello tra il 1964 ed il 1965, durante i quali filma anche Lorna, Mudhoney, Motor Psycho).

E la sua carriera, proprio a causa di questo restare in sospeso tra le richieste di contenuti espliciti ed al contempo di critiche d’autore, ha subito degli alti e bassi.

Un esempio di tale contraddizione sta da una parte negli elogi che RM ha sempre riscosso presso il pubblico femminista e dall’altra parte dalle brutali scene di stupro presenti in alcuni dei suoi film (e che egli supponeva essere molto divertenti).

In ogni caso e da ogni angolazione in cui si voglia vedere, resta senza dubbio certa l’importanza del contributo grottesco di Meyer alla formazione di generazioni di cineasti undergroud e la sua influenza su un certo tipo di estetica che si estende oltre il campo cinematografico.

Le opere successive al 1969, anno in cui Russ Meyer firma un contratto per una major hollywoodiana, anche se più conosciute, restano forse meno spontanee, ma ugualmente valide. Tra queste Vixen, Supervixens e Beneath the Valley of the UltraVixens.
11 ottobre 2004

venerdì, febbraio 25, 2005

Faster Pussycat Kill Kill (1964)

Trama Durante una delle loro scorrerie in pieno deserto Mojave, Varla, Rosie e Billie - spogliarelliste dagli enormi seni e dalla spropositata cattiveria - fanno fuori per puro sfizio il malcapitato Tommy e rapiscono la sua fidanzata Linda. Giunto alla fattoria abitata da un vecchio paralitico e dai suoi due rampolli, il diabolico trio mette gli occhi sul gruzzolo di famiglia: il sangue scorrerà a fiumi...

Commento critico Girato in un accecante bianco e nero e reso "astratto" dall'infinita orizzontalità degli spazi, uno dei tasselli più significativi della sistematica decostruzione condotta da Meyer sul moralismo e sulla falsa coscienza che affliggono il Grande Paese

giovedì, febbraio 24, 2005

gianni l'ottimismo...

imperdibile guardatevi questo


ottimismo



ciao

mercoledì, febbraio 23, 2005

Dal coniglio di Alice al coniglio di Donnie Darko


Donnie non è un adolescente come tanti altri; è più intelligente, più acuto, più cinico. Di conseguenza la sua vita non si riduce ad andare a scuola, avere una ragazza, guardare la partita di football della domenica nel suo salotto americano con il padre americano nella sua casa americana.
Donnie Darko vuole capire perché sta vivendo, perché in quel determinato momento la sua vita prende una direzione e non un’altra; in poche parole vuole essere consapevole. La sua ricerca della conoscenza è un viaggio allucinato e allucinante nella società americana messa a nudo in modo diretto ma allo stesso tempo sottile e non gridato (fa riflettere di più il piano sequenza all’interno del liceo che tutto “American Beauty”), che conduce il nostro protagonista fuori di testa e fuori dal mondo. La schizofrenia del giovane Darko funge da pretesto per analizzare un pilastro fondamentale della filosofia occidentale, quel concetto di libero arbitrio che qui è mescolato alla fisica più moderna di Stephen Hawking, e lo fa partendo da un quesito tanto semplice quanto affascinante: se posso conoscere il mio futuro posso cambiarlo? Ma come faccio a cambiarlo se qualcuno (Dio o quant’altro) ha gia à deciso che la mia vita avrà un determinato dispiegamento? Il film non fornisce delle risposte chiare in tal proposito, non ci dona una chiave di lettura univoca della vicenda, ma, al contrario, spinge lo spettatore a ricercare una sua interpretazione di quanto sta avvenendo. Se un tempo Alice seguiva il bianconiglio in un mondo assurdo e sconosciuto in cui le fantasie di un’adolescente potevano prendere forma (piacevoli o terrificanti che fossero), ora Donnie non può non seguire questo nuovo e terrificante coniglio, frutto della sua mente e di un futuro che lui, a differenza di tutti gli altri, può intuire e vedere. Ma alla fine della storia il nostro non si risveglierà su un albero pronto per il tè del pomeriggio, ma nella sua stanza con un motore di un boeing che gli precipita sulla testa, perché non c’è via di fuga da questa realtà che sia efficace quanto la morte. Cinico e perversamente affascinante, questo film rappresenta un cinema che travalica i generi per ergersi sul gradino più alto della riflessione, metafisica o religiosa che sia, che affronta molti argomenti senza sentenziare su di essi, lanciando input di riflessione allo spettatore che deve azionare il suo senso critico, le sue capacità di ragionamento per trovare una via di uscita da quel labirinto che è la mente di Darko. “Tu puoi fare quello che vuoi” dice il coniglio al protagonista, ed è la stessa cosa che ci viene da dire al regista Richard Kelly; tu puoi e potrai fare sempre quello che vuoi, a patto però che tu lo faccia sempre così bene. Un piccolo diamante in una cesta di grossi sassi.

Matteo Catoni

lunedì, febbraio 21, 2005

daunbailo'

..............Aldilà dell’humour che pervade il film, dovuto soprattutto alle gags di un Benigni in grande forma, becero e surreale nel suo inglese maccheronico e nella sua eleganza da comico del muto, la bellezza di Down by Law risiede ancora una volte nello straordinario garbo con cui vengono tratteggiati questi eroi senza qualità. Viene in mente, irresistibilmente, il cinema di Buster Keaton, il suo rifiuto di ogni patetismo, la dignità un po’ buffa con cui l’ometto subisce i colpi della sorte da lui stesso provocati, l’atmosfera beckettiana in cui è immerso. Anche gli eroi di Down by Law sono buffi ma non patetici: alle prese, come Keaton, con un mondo di oggetti incomprensibile e ostile che non lascia loro spazi vitali, conservano una dignità nelle continue avversità e nella ostinata volontà di “farcela”, un ottimismo che rievoca anche quello di Totò, Ninetto o della Mangano nell’episodio pasoliniano di La terra vista dalla Luna de Le streghe. L’effetto di spaesamento di Down by Law deriva però dal fatto che è come se avessimo Keaton a spasso in un film nero americano di serie B, poniamo un Ulmer (Detour), un Lewis (Undercover Man), un Ray (They Live by Night) – o, perché no, un Huston con le sue atmosfere di scacco. I tre risultano così personaggi di umiliati e offesi presi in un ingranaggio da cui cercano di sfuggire con un pellegrinaggi alle sorgenti del sogno; la felicità, per chi sa riconoscerla, può essere rappresentata dall’incontro con una ragazza ed un piatto di pastasciutta – due cuori e una capanna, appunto. Per i due yankees, invece, essa, probabilmente e appropriatamente, è in nessun luogo e dappertutto, “on the road”: sui titoli di coda Waits canta «Let me fall out of the window with confetti in my hair… And send me off to bed forever more». Geniale amalgama di molteplici mitologie popolari, Down by Law è un lungo blues del Sud che invece di distillare la solita tristezza appiccicosa, dispensa una strana allegria appena venata di malinconia. Comincia all’inferno, ma si conclude non lontano dal paradiso per i suoi piccoli eroi senza casa. E, nello splendido bianco e nero della fotografia di Robby Müller, l’operatore di Wenders, questo mondo “triste e bello” viene coniugato in tutte le possibili variazioni di luminosità, che “doppiano” gli alti e bassi della sorte: il grigiore dell’alba nella città, le oscurità degli alberghi e dei vicoli, la solarità del carcere, il crepuscolo nella palude e infine il calore che emana dalla capanna della fatina e dal finale sulla strada questo sì un po’ chapliniano: la simmetria delle fiabe e l’implacabilità dei sogni si sposano in quello che dovrebbe diventare un piccolo classico.
Alberto Morsiani, Segnocinema n. 26, gennaio 1987

venerdì, febbraio 18, 2005

L'ultimo spietato

La lastra di cemento blocca nel Tempo i nomi di tre ragazzini: uno di essi è incompleto, simbolo di un’infanzia rubata. L’accorato fiume di lacrime di Eastwood racconta la favola nera dell’esistenza, quella in cui tutti i bambini restano chiusi in uno scantinato, immaginando una vita migliore, prigionieri di una disillusione. La Morte, gettata nel fiume come un sasso, crea cerchi concentrici che conservano il medesimo epicentro pur credendosi indipendenti l’uno dall’altro: "Non so come, ma io ho contribuito alla sua morte", dice il padre della vittima, un Sean Penn che buca lo schermo con le sue grida di dolore, e il cui fantasma di regista aleggia su tutta la pellicola (rivedere i suoi pessimisti drammi familiari, meditativi, tragicamente esistenziali, dominati dal paesaggio e da figure ferite e mai riconciliate). Il suo personaggio è anche l’ultimo de GLI SPIETATI, dei giustizieri violenti che Eastwood non può e non vuole mai stigmatizzare del tutto, perché possono celare un gran cuore (come rimarcherà, in una scena sorprendente, sua moglie): se la colpa non trova l’essere completamente malvagio, qual è il senso del Male in UN MONDO (si fa per dire) PERFETTO? I segni (il movente del pestaggio, sconosciuto, potrebbe essere la vendetta o un’altra infanzia perduta; forse l’amore proibito ha deciso il corso del "fiume" della vittima) non indicano la via, fino a perdere senso. Solo una presa di coscienza, con cui il poliziotto ritrova il volto della moglie perduta, ribalta il senso di sconfitta di fronte ad un Vampiro che ti entra dentro e agisce per tuo conto, non permettendoti di crescere, di uscire di prigione, di spezzare la crudele reiterazione (per due volte Robbins viene caricato a tradimento su di un’auto). Lo sceneggiatore Brian Helgeland bara con il personaggio di Tim Robbins che fa di tutto per essere creduto colpevole, al di là di ogni ragionevole follia: è l’anello debole di un’opera che si tinge di giallo e trova nuovi sospetti fino al colpo d’arma da fuoco, accecante per lo spettatore perché la visione al cinema si affronta da soli come la morte.

Niccolò Rangoni Machiavelli

chi e' costui?

su bresciaoggi del 17 febbraio e' stato avvistato un individuo losco fotografato mentre imbrattava un muro con delle scritte esplicitamente di sinistra. avete qualche suggerimento per individuare questo pericoloso sovversivo?


Il griso

mercoledì, febbraio 16, 2005

Esperimenti...

ho da poco finito di metter giu' con premiere la sigla di un mini corto che voglio realizzare. ecco il link alla versione bassa qualita'. e' un xvid ac3 PAL. mi raccomando settate il player per riprodurre in 16/9.




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bye

domenica, febbraio 13, 2005

big fish

... fu quella sera che scoprii che quasi tutte le creature che consideriamo malvage o cattive sono semplicemente sole e magari mancano un po' di buone maniere......

giovedì, febbraio 10, 2005

Ma sei la solita mamma?

oggi mentre facevamo il salame

parlavamo di flessibilita' sul lavoro

ed e' uscita con la frase........ poveri i nostri giovani non posson nemmeno piu andare a vivere soli con sti contratti a tempo determinato hanno fatto davvero bene ad uccidere biagi.........

io a bocca aperta la guardo ...

mercoledì, febbraio 09, 2005

Meeting people is easy

strana giornata per la prima volta decido di prendere l'iniziativa abbandonare paranoie.... baracca e burattini ed andare in cavallerizza a studiare...
devo dire con esiti positivi sia dal punto di vista dello studio che della vita sociale......
uau alla fine non e' poi cosi difficile... come dicevano i cari radiohead meeting people is easy....


serata improvvisata grazie alla mitica piera con un ancora piu' improvvisata maschera di carnevale..strano dopo un po che si e' rinchiusi in casa tornare di botto tra la GEnte... piacevole stupore.

meeting people is easy.



sabato, gennaio 29, 2005

NERELLO MASCALESE

Vitigno siciliano di pregio. Il suo luogo d'origine sembra sia la piana di Mascali (CT) dov'è tutt'ora largamente coltivato. E' molto diffuso in Sicilia. I suoi grappoli sono grandi, allungati e conici con una o piu' ali, di aspetto compatto.
I suoi acini sono medi, quasi ellissoidali con buccia spessa e consistente di color blu chiaro, ricca di pruina. Ha vigoria notevole e produttività abbondante ma incostante. Matura a fine settembre o inizio ottobre.

Caratteristiche del vino: se ne ricava un vino dal colore rosso rubino carico, dal sapore tannico, abbastanza acido ed armonico.

Concorre alle DOC Contea di Sclafani, Etna, Marsala, Sambuca di Sicilia, Cerasuolo di Vittoria, Lamezia, S.Anna di Isola Rizzuto

mercoledì, gennaio 26, 2005

l'esilarante..... donna moderna

[25/01/2005 11.59] Claudia:
io spero che nn mi lasci il mio ragazzo ma se cosi sarà che farò?

[25/01/2005 12.00] BigBrother:
te ne trovi u naltro

[25/01/2005 12.00] Claudia:
c'è un posto in spagna?

[25/01/2005 12.00] BigBrother:
bho vedremo

[25/01/2005 12.00] Claudia:
è già qualcosa

[25/01/2005 12.02] Claudia:
posso sapere che idea ti sei fatto di me?

[25/01/2005 12.03] Claudia:
tante volte mi sembra di fare la figura di stupida

[25/01/2005 12.03] Claudia:
il problema è che ho poca stima di me

[25/01/2005 12.03] Claudia:
ma posso chiederti una cosa?

[25/01/2005 12.04] Claudia:
stamattina ho letto su donna moderna

[25/01/2005 12.04] Claudia:
che a voi uomini piace la donna sicura di se che se ne freghi di cellulite dei suoi difetti

[25/01/2005 12.04] Claudia:
che nn abbia vergogna di mostrarsi al patner

[25/01/2005 12.05] Claudia:
e di insistere a fare all'amore al buio

[25/01/2005 12.05] Claudia:
è vero?

[25/01/2005 12.05] Claudia:
ecco ti ho rotto

[25/01/2005 12.06] Claudia:
ciao

martedì, gennaio 25, 2005

no comment


martedì, gennaio 18, 2005

..............

saro' un viziato ok. a me stasse andava di far bordello e festeggiare un po che ti devo dire. e so che 'e la cosa piu stupida e patetica del mondo ma ci sto male. io sono stupido e patetico. mi e' passato tutto l'entusiasmo. adesso per un po' me ne staro' a casa, e' davvero l'unica cosa che sento. buonanotte.d

sabato, gennaio 15, 2005

STRANGE DAYS (Elektra, 1968).

Il disco ricalca sostanzialmente la struttura dell'opera d'esordio. Il tema di fondo e`: "giorni strani". Il disco esce nel 1968, e certo sono giorni strani per gli States, per i giovani nei campus occupati, per i soldati nel Vietnam, per i neri in rivolta. Morrison vive a modo suo l'inizio di una nuova era, fiutando le crisi che metteranno in ginocchio il paese e presagendo la pazzia e la solitudine che trasformeranno i grattacieli in manicomio e gli appartamenti tutti uguali in celle d'isolamento. La gente della metropoli e` perduta, straniera, confusa, alienata, ostile.
In tutto il disco il senso e` dato dalla cadenza, dal tono, dal volume della voce di Morrison: lugubre quando si leva da una dimensione quasi d'oltretomba a profetizzare apocalissi imminenti; soffocata, sotterranea, mormorio mesto e minaccioso quando "conversa" casual e distaccata con i suoi fantasmi interiori.
Una vertiginosa apertura organistica lancia il motto di "Strange days have found us" ("strani giorni ci hanno trovati", come se avessero dato la caccia per anni a un'umanita` troppo sicura della propria civilta'): l'annuncia sinistra e anemica una voce catacombale (ottenuta con un elementare e molto suggestivo effetto di eco). Il brano-manifesto gioca sull'equivoco della parola-slogan "strano": strano perche' incomprensibile, strano perche' diverso, strano perche' allucinato. Incomprensibile perche' la confusione della sua generazione non e` mai stata cosi` grande, e nel momento dell'apparente trionfo si percepisce una indefinibile sensazione di sconforto. Diverso perche' mai la societa` era stata percorsa da moti cosi` asociali, mai era stata messa cosi` in discussione la sua stessa sopravvivenza. Allucinato perche' visto sotto l'effetto di potenti allucinogeni. Queste le tre direttive di tutta l'opera.

mercoledì, gennaio 12, 2005

il meccanico del suono

mostri sotto il letto

sarà che questa nebbia mi nasconde l’orizzonte / sarà che un po’ più in là, sono convinto: non c’è niente / sarà il fumo negli occhi, / sarà il male di te, / sarà che non mi va di cercare risposte che soffiano
in un vento che non c’è. /sarà che basta crederci e poi va tutto meglio / sarà che preoccuparsi troppo è sempre un grosso sbaglio / sarà che forse sono daltonico, / ma devo dire che questo cielo, / invece di essere sembre più blu, / a me sembra sempre più nero / sarà che le ragazze con cui esco hanno tutte i mostri sotto il letto / le ragazze con cui esco / hanno sempre un incubo nel cassetto / sarà che, in fondo, dentro questa nebbia ci sto bene / sarà che questo pessimismo, troppo spesso, mi conviene / saranno gli occhiali da sole, / sarà l’umidità / sarà che se canti la vie en rose / io ci vedo la mort en noir / sarà che le ragazze con cui esco hanno tutte i mostri sotto il letto / le ragazze con cui esco / hanno sempre un incubo nel cassetto / le ragazze con cui esco hanno tutte / i mostri sotto il letto / le voci nella testa e fanno il nido in mezzo alla tempesta / sarà che hanno spesso / qualcosa che non va / sarà che non l’ho mai cercata / la felicità / sarà che le ragazze con cui esco hanno tutte i mostri sotto il letto / le ragazze con cui esco
/ hanno sempre u n i n c u b o
n e l c a s s e t t o

giorgio canali

sabato, gennaio 08, 2005

strana giornata oggi

non sono ancora abituato al fatto che qualcuno venga a casa mia a trovarmi.

bello pero'.


strana anche la partita. entrava tutto(21 punti)

lunedì, gennaio 03, 2005

Buon anno ragazzi

-il fuoco fuori
- mr sheet
- chiargia
- celli
- il griso
- la piera
- la cardo
- la roby
- la contessa serbelloni mazzanti vien dal mare
- miss leg

il viso caldo e la schiena gelata

il fango
le pietre

il vetro

il basso

le giornate limpide

la fink infinita

le escoriazioni sulla testa

ballare ubriachi marci

guardare i film con gli amici

giocare a picchiarsi

le passeggiate

Brione

l'eva feudo show

guarda che ti e' caduto qualcosa

nella conca svedese buondi' fantozzi e' lei?

il tordo d'oro